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Marino Mazzacurati - I lottatori

Bronzo, 1940 /63x34x24 cm


TESTO CRITICO DELL'OPERA


Nell’opera di Mazzacurati c’è una visibile adiacenza alla modellazione espressionista e una forte influenza degli scultori rinascimentali quali Donatello, Pollaiolo, Verrocchio, Michelangelo e Gianbologna. I corpi intrecciati dei due lottatori sono resi in tutta la loro veridicità anatomica ma l’artista non rinuncia a conferire un disarticolato movimento anticlassico alla sua scultura. La figura umana è il solo soggetto che suscita l’interesse di Mazzacurati a cui lui dedica tutta la sua produzione per coglierne ogni aspetto estetico e relazionale. La danza dei lottatori è resa in modo realistico, i corpi creano un groviglio di membra umane in tensione e le espressioni dei volti hanno marcati accenti ironici e grotteschi. Mazzacurati riteneva che l'arte potesse svolgere una funzione sociale e l’impegno politico ebbe un ruolo fondamentale per la sua opera. (Annaclara Di Biase)


BIOGRAFIA


Renato Marino Mazzacurati è nato a San Venanzio di Galliera, in provincia di Bologna, il 22 luglio 1907. Poco dopo la nascita si trasferisce con la famiglia a Padova. Figlio di un imprenditore edile, in seguito all’espulsione da tutte le scuole del Regno per aver lanciato un righello ad un insegnante, seguitò a studiare privatamente. Nel 1922 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia per dedicarsi alla pittura. Frequenta le botteghe artigiane di Padova e segue gli insegnamenti dello zio Umberto, esperto intagliatore, maturando una profonda conoscenza delle diverse tecniche artistiche. Nei primi mesi del 1925, Mazzacurati soggiorna brevemente a Roma, dove ebbe occasione di visitare la III Biennale romana e di vedere, tra l’altro, le personali di Carlo Carrà e Arturo Martini. Tornato a Padova, nel maggio del 1926, in occasione della IV Esposizione d’arte delle Tre Venezie – allestita a Padova nel salone della Ragione – l’artista presenta due dipinti, "Uragano" e "Paesaggio primaverile", mentre in luglio partecipa alla XVII Esposizione dell’Opera Bevilacqua La Masa a Venezia, con il dipinto "Sobborgo". Nello stesso anno si reca a Roma per affrontare l’esame di ammissione all’Accademia libera del nudo di via Ripetta. Nel 1931 si stabilisce a Parigi per alcuni mesi durante i quali entra in contatto con le opere di Maillol e Rodin. Sono di questo periodo le prime riflessioni sulla nuova concezione di spazio cubista. Tra il 1934 e il 1935, richiamato dalla famiglia per il fallimento dell’attività paterna, torna a Gualtieri dove metterà in pratica le proprie capacità di scultore per l’esecuzione di busti commemorativi e lapidi cimiteriali. La latitanza da Roma termina nel 1936, anno in cui si trasferisce a Civitavecchia. Nel 1938 ottiene la cattedra di Plastica al Liceo di Via Ripetta a Roma e prende uno studio in Via Margutta. Tra il 1940 e il 1941 inizia la produzione di lavori con chiari riferimenti di opposizione al regime fascista, come la serie degli Imperatori e una quantità di caricature di manifesta disapprovazione del regime. Nel 1943 espone alla IV Quadriennale di Roma (vi esporrà anche nel 1948 e nel 1972). Mazzacurati prende parte alla Biennale di Venezia nelle edizioni dal '48 al '56. Nel 1960 presenta le sue opere alla Esposizione Internazionale di Scultura al Museo Rodin di Parigi. Nel 1963 partecipa alla VII Biennale del Museo d’Arte Moderna di San Paolo in Brasile. L’ultima sua opera monumentale è stato il Monumento alla Resistenza di Castelnuovo di Sotto (RE). Renato Marino Mazzacurati muore a Parma il 18 settembre 1969.